23/11/2008 - II CATEGORIA :: 11° Giornata Andata

 

POL. IL CERVO  3 – 1  ASTRA  

 

NIENTE DA DIRE : questo poteva essere il titolo dell’articolo sulla partita della scorsa settimana e questo è il titolo dell’articolo di questa settimana. Il significato di questi due niente da dire è, però, ben diverso.

Il niente da dire della scorsa settimana era, come ho spiegato a chi mi chiedeva ragione della mancata uscita dell’abituale articolo, il voler stendere un pietoso velo di silenzio su un a prova senza voglia , senza nerbo, senza attributi di una squadra che invece avrebbe dovuto volere a tutti i costi la vittoria per mettere un po’ di fieno in cascina e invece si è flagellata da sola in un accesso di masochismo.

Il niente da dire di questa settimana vuole invece essere un complimento sincero ad una squadra che si è battuta alla pari con i primi della classe fino a che ha potuto farlo ad armi pari undici contro undici.

In verità passa per primo Il Cervo su una punizione in cui forse il giocatore avversario che insacca di testa arriva da dietro il nostro schieramento difensivo piazzato al limite dell’area, ma almeno tre neroverdi erano al di la di questo schieramento e qui qualcuno mi dovrebbe spiegare come facevano a non disturbare il portiere con la loro presenza, come si può dire non prendessero parte attiva all’azione, a che serve piazzarsi sulla linea dell’area se poi gli attaccanti avversari possono andare tranquillamente a pascolare al di la grazie alla buona disposizione di un pastore un po’ dilettante e un po’ assonnato.

Certo sui calci piazzati non siamo delle aquile e lo dimostreremo anche più tardi.

Comunque non molliamo per niente e anzi teniamo per lunghi tratti il pallino del gioco con il pallone che danza in area avversaria senza mai superare la fatidica linea bianca.

La buona predisposizione all’anticipo di testa  di Auri, la vena di Andrea e del Mambro in mezzo al campo, la mutata posizione del capitano piazzato davanti alla difesa a fermare gli avversari e far ripartire la nostra azione, la tranquillità e la decisione dell’esordiente Sacco e del suo giovane compagno di reparto Adri ci fanno ben sperare.

Infatti dopo una decina di minuti della ripresa un doppio colpo di testa di Auri, bravo a riprendere una ribattuta , ci porta in parità.

Ovviamente loro non ci stanno e attaccano. Alex si supera in una occasione con una grande parata, ma proviamo a contrattaccare in velocità ed in una di queste occasioni le gambe del Simo, finalmente veloce e combattivo si attorcigliano a quelle del suo marcatore. E’ un tocco accidentale , ma la guida del gregge di calciatori decide di ammonire qualcuno e così ammonisce Simone.

Non sarebbe un guaio se un attimo dopo che il nostro mister ha esaurito le proprie sostituzioni inserendo il Pibe, il Trap e il giovane goleador Filippo, il Simo non trattenesse un avversario e l’arbitro scordandosi di aver pestato una m…., pardon di essere stato leggermente frettoloso in precedenza, lo ammonisce nuovamente allontanandolo dal campo.

Il Cervo , bisogna ammetterlo, gioca bene e ciò che era apparso possibile in 11 si rivela difficile in inferiorità numerica.

Passano di nuovo in vantaggio i Collecchiesi su un calcio piazzato dal fondo e spizzata di testa di un loro attaccante: niente da dire, questa volta non ci sono fuorigioco da reclamare, ma ai miei tempi, forse perché erano il tempi del Paron Rocco, mi dicevano che sulle punizioni e i corner col pallone che arriva in area il difensore prima cerca il suo uomo e poi il pallone.

Il Cervo segna anche la terza rete e anche qui ho il sospetto di un fuorigioco perché il giocatore che insacca è sulla linea di porta, ma alla fine ci può stare perché prima della fine Alex si esibisce in un’altra grandissima parata a terra.

Chiudiamo anche la partita in 9 perché prima della fine Filippo, colpito duro a un ginocchio è costretto a uscire e non possiamo che approfittare per mandargli da qui i nostri auguri che sia solo una botta . Mi piace anche sottolineare la fine della partita con dirigenti e allenatori a parlare e scambiarsi serenamente strette di mano ai bordi del campo: tanta arlia durante la partita, ma alla fine una boccata di buon calcio. Sono cose che fanno piacere.